Ciao a tutti e specialmente a chi già mi conosce.
La situazione e’ semplice e l’opportunita’ e’ unica: vivo in Olanda da tempo e da almeno cinque anni cerco di dare una mano a chi, dopo di me, ha scelto di lasciare l’Italia e cominciare una nuova vita nei Paesi Bassi. E’ un modo per andare oltre la sfera privata e ricostruire senso di comunità che non si percepisce più. La migrazione dei Millennials, dei knowledge worker, e dei nomadi digitali, insieme a chi lavora in HoReCa e nei servizi, ha cambiato il volto delle citta’ olandesi.
I valori cambiano e a primo impatto sembra che l’altruismo, la generosita’, e la visione del sociale oltre l’individuo sia stato rottamato dalla storia. Non è così, per fortuna, e la buona notizia è che in tanti la pensano come me. Ognuno, in questo trova le sue personali motivazioni, e ho capito con il tempo che quello che conta alla fine è l’azione e il risultato che ne consegue.
Come amministratore di uno dei piu grandi gruppi di italiani in Olanda abbiamo provato a costituire un’associazione, per spostare “offline”, ciò che costruiamo quotidianamente sui social. Anche se l’associazione non ha, poi, mai visto la luce, il giorno dopo aver restituito i soldi a chi aveva investito nell’idea, abbiamo pensato: cerchiamo di non disperdere quelle energie positive. E lì ci siamo detti: perché non far entrare il nostro impegno in un contesto istituzionale?
Molti non lo sanno ma gli italiani all’estero hanno delle loro assemblee riconosciute, i Comites, che parlano ufficialmente a nome loro con l’ambasciatore, i consoli e le altre istituzioni italiane. Ma esperienze di altri paesi (vedi Berlino o Madrid) mostrano che il Comites può andare ben oltre l’ambasciata e diventare un po’ il volto degli italiani con il paese dove si risiede. A proposito del Comites, le notizie sono due: quella cattiva è che nessuno ne conosce l’esistenza (alle ultime elezioni, in Olanda ha votato appena l’1% dei residenti) e allora sembrano baracconi inutili. Ma ce n’è anche una buona: se fatti funzionare dalle persone giuste, possono fare la differenza.
Per questo, abbiamo pensato: perché non candidarci?
Le elezioni sono state convocate per il prossimo 3 dicembre e l’idea nostra è di fare una cosa che nessuno, almeno in Olanda, ha ancora provato a fare: decidere il programma, gli obiettivi e i candidati qui, tutti insieme. Noi vorremmo provare a svecchiare il sistema e far diventare il dibattito pubblico degli italiani in Olanda di tutti. I candidati dovranno essere conosciuti, le decisioni chiare, il Comites dovrà essere accessibile e inclusivo: dal pensionato che vive in Olanda da 50 anni a studentesse e studenti che fanno il bachelor a Maastricht o Amsterdam. Dal lavoratore della logistica a chi viene qui per aprire un’impresa o lavora per una multinazionale.
Con un gruppo ampio abbiamo riflettuto sul come fare, i punti fondamentali dai quali partire perché l’operazione non è semplice. Soprattutto è necessario decidere la filosofia di partenza. E la nostra è: siamo in Olanda, quindi dobbiamo interagire con l’Olanda. Da pari. Da cittadini dell’Unione Europea, di cui entrambi i paesi sono fondatori: noi paghiamo le tasse e contribuiamo a rendere ricco questo paese nel quale abbiamo investito la nostra vita.
I nostri punti di partenza:
- Interagire con le istituzioni olandesi e porci come soggetto attivo nella societa’ olandese
- Interagire con gli eletti italiani per le problematiche dei residenti nei Paesi Bassi
- Promuovere i mille diritti che abbiamo da europei (e che possiamo direttamente rivendicare in Olanda) ma con la prassi e l’aiuto delle istituzioni italiane
- Comunicare sempre, su ogni piattaforma disponibile e nel modo più accessibile e diretto: Gruppi FB, Instagram, Twitter, dirette o ogni altro mezzo che la tecnologia offre.
- Ispirare un’immigrazione italiana etica e non solo basata su vantaggi fiscali, ossia l’unico modo per creare comunità di cittadini e non di consumatori e basta
- difesa degli ultimi: attenzione particolare a lavoratori stagionali, occasionali ed altre forme di precariato tra i connazionali in Olanda
- rappresentanza arcobaleno: questa lista dovrà essere la lista di donne, giovani, italiani di minoranze etniche in Olanda, appartenenti al mondo LGBTIQ. Vogliamo candidare lavoratrici e lavoratori dell’horeca, esponenti dell’università, imprenditrici ed imprenditori, e quant’altro sia presente in Olanda dall’Italia, con il massimo specchio di rappresentativita’.
- una cittadina olandese o un cittadino olandese legato all’Italia in lista: la legge lo consente e noi lo vorremmo come atto tangibile di riconoscenza agli immigrati del passato.
Partiamo da qui, da ciò che a noi sembra importante. Ma discutiamone insieme e definiamo meglio i punti programmatici. O aggiungiamone altri. Solo in seguito si parlerà di candidature. Essere consigliere al Comites vuol dire ricoprire un incarico pubblico non retribuito ma sarebbe un errore sottovalutarlo: i Comitati, oltre ad essere d’aiuto a tutti, consentono di imparare molto e possono rappresentare uno splendido primo contatto con le istituzioni rappresentative, con la politica italiana all’estero, con le procedure e con il funzionamento di un’assemblea. Per questo vogliamo costruire una lista inclusiva, dove siano ben rappresentati gli oltre 50mila italiani residenti ufficialmente in Olanda.
Che ne dite? Ci proviamo?
Le elezioni sono state convocate per il prossimo 3 dicembre e la nostra idea è di fare una cosa che nessuno, almeno in Olanda, aveva ancora provato: decidere il programma, gli obiettivi e i candidati qui, tutti insieme. Noi vorremmo provare a svecchiare il sistema e far diventare il dibattito pubblico degli italiani in Olanda di tutti. I candidati dovranno essere conosciuti, le decisioni chiare, il Comites dovrà essere accessibile, trasparente, comunicativo e inclusivo: dal pensionato che vive in Olanda da 50 anni a studentesse e studenti che fanno il bachelor a Maastricht o Amsterdam, dal lavoratore della logistica a chi viene qui per aprire un’impresa o lavora per una multinazionale tutti dovranno sentirsi rappresentati.
Roberto Ruggieri.